Una squadra e un libro per il mister sempre rimpianto
Nel ricordo di Ivano Gavella
Il ricordo di Ivano Gavella, allenatore conosciutissimo nel mondo del calcio romagnolo, è ancora vivo nel cuore di tutti coloro che lo hanno incontrato apprezzandone le straordinarie doti di umanità che univa alle indubbie qualità tecniche. Il 22 giugno ricorre il sesto anniversario dalla sua prematura scomparsa, quando a soli 47 anni, un male incurabile, tanto veloce quanto spietato nel suo sviluppo, lo portò via. Nello sport, Gavella ha rappresentato un’ eccezione, cercando sempre prima l’uomo del calciatore e riuscendo da chiunque lo ha avuto come tecnico ad avere il meglio sul campo e nella vita.
Ecco perché ancora oggi c’è chi ha voluto tener viva la sua immagine mettendo in campo una formazione di calcio a cinque, la Gavella’s band che riprende il nome con cui venivano chiamate le sue squadre. A comporre la rosa del gruppo, che ha esordito con tre pareggi, due per 4-4 e l’ultimo 3-3 al torneo di Santa Maria Nuova di Bertinoro, sono diversi atleti. Il fedelissimo Cortini, con Gavella a Piangipane, Faenza e Forlì. Gli ex biancazzurri Lasi, Buccioli, Marini, Calderoni, Ricci, Fontana e Neri tutti calciatori, il vice Pasini, i tecnici collaboratori Montuschi e Valli. Ancora Vergnani assieme al mister a Lugo nel settore giovanile e poi il figlio Andrea Gavella e alcuni amici: dal preparatore atletico Rossi, l’ex calciatore faentino Orlando Santarelli, i giocatori dello Sporting Forlì Mancini, Benazzi, Paolini e Baba.
«Lobiettivo, -dice Valeriano Montuschi – è di stare insieme e di mantenere il ricordo di Gavella. Dopo il primo anniversario, quando fu disputato allo stadio Morgagni un memorial tra Faenza, Forlì e proprio la Gavella’s band, non si è fatto quasi più nulla. Invece è giusto ricordare e trasmettere il suo modo di fare calcio unico e coinvolgente».
La Gavella’s band ricorda il mister Ivano anche con la maglia di gioco: una t-shirt che riproduce una sua immagine da allenatore e una sua frase. Dopo un passato di buon livello come calciatore dilettante nel ruolo di portiere, le tappe della sua carriera di tecnico furono Martorano, Piangipane e Forlimpopoli e Massalombarda prima dell’avventura con il Faenza. Furono sette anni intensi e ricchi di soddisfazioni con traguardi sportivi eccezionali in 219 partite: un terzo ed un quarto posto in Cnd con gioco spettacolare. Poi, dopo un anno alla guida del Rimini in C2, ancora a Faenza per una salvezza miracolosa con la squadra più giovane del campionato. Risultato che fu il preludio alla sua impresa più bella, la promozione in C2, un traguardo storico che il tecnico seppe mantenere l’anno successivo. Fu il suggello di un ciclo irripetibile che si concluse lì, ma Gavella era rimasto comunque biancazzurro nel suo cuore anche a Riccione, dove fallì per un soffio la permanenza in Cnd e poi a Forlì, dove si dimise per motivi di salute.
Quella di Gavella è stata una vicenda umana e sportiva straordinaria che si può racchiudere nella frase: «E’ meglio dare che ricevere» che spesso pronunciava e ha messo in pratica per tutta la sua breve, ma intensa esistenza. Ivano è stato l’amico, il fratello maggiore e il padre per tante persone a cui ha lasciato un patrimonio di umanità. Ecco perché la vedova Meris e l’amico Massimo Tumidei hanno deciso di raccogliere in un volume che sarà presto disponibile con le poesie e le canzoni di Gavella e con i pensieri delle persone che lo hanno conosciuto e gli hanno voluto bene.
Per informazioni: 0546 662378.
Giuseppe Sangiorgi